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La Storia

La Storia

Inaugurazione Accademia a Cesenatico

Ingresso Accademia a Cesenatico

Saggio a Cesenatico

Gli allievi all’ingresso della sede di via Francia a Verona

Via Francia a Verona

Taglio del nastro del nuovo College del circo, in via Tirso a Verona. Da sinistra, il sindaco Flavio Tosi, Egidio Palmiri, l’assessore all’urbanistica Vito Giacino e Andrea Togni

Sede in Via Tirso 3 a Verona

interni via Tirso

Spettacolo di Saggio fine anno.

I diplomati Michael e Dario Togni

L’idea di dar vita all’Accademia d’Arte Circense in Italia, nasce nella mente di Egidio Palmiri ai tempi della seconda guerra mondiale. I Palmiri si trovavano in Lettonia col loro celebre numero dell’Aerolite, anche se ancora non era stato così battezzato. Fu una permanenza breve, ma sufficiente per far imbattere Egidio Palmiri in un modello di scuola del circo che colpì l’acrobata italiano. Si trattava infatti di una struttura che teneva insieme gli spazi per l’attività circense con quelli per la vita in comune e lo studio, un “college” insomma, sul modello convittuale e nel quale gli allievi trascorrevano gran parte dell’anno insieme ai loro istruttori, tutti ex artisti di sicuro talento che si erano esibiti sulle piste di tutto il mondo.

“E’ una scuola di questo genere che dobbiamo realizzare in Italia”. Con questo pensiero Egidio Palmiri lascia la Lettonia, ma trascorrono più di 40 anni prima che il sogno diventi realtà. Ciò che lo convinse della bontà della tipologia di scuola che sorgeva nel Paese bagnato dal mar Baltico, fu un duplice aspetto: quello del convitto, secondo il significato latino del termine “convictus”, luogo in cui si vive insieme, e quello di unire saldamente formazione artistica e scolastica. Una intuizione per nulla scontata circa 60 anni fa e non lo sarà nemmeno in seguito perché i figli delle famiglie del circo sono abituati a cambiare scuola ogni quattro o cinque giorni, seguendo gli spostamenti rapidissimi dei tendoni itineranti di città in città. Se in passato nel mondo del circo ci si poteva permettere di interrompere gli studi molto presto per dedicarsi, anche per necessità famigliari, al solo lavoro, adesso i giovani circensi – e Palmiri ne è più che convinto – devono essere all’altezza dei tempi, devono essere in grado di rapportarsi con le istituzioni locali e nazionali senza complessi di inferiorità, e per questo devono studiare come e più dei loro coetanei. Artisti di successo e uomini e donne acculturati, è questo il binomio che Egidio Palmiri vuole far decollare con l’Accademia del Circo.

L’incubazione del progetto sarà lunga e difficile. Se ne occupa la stampa nazionale. Massimo Alberini scrive nel 1964 un articolo sul Corriere della Sera che ha un titolo emblematico: “Verso la scuola del circo”. Occorrerà battersi in varie sedi, compresa quella del parlamento, per ottenere i dovuti finanziamenti ad un settore, quello del circo, che dopo la legge n. 337 del 1968 ha avuto l’importante riconoscimento della sua “funzione sociale” e che continua a crescere e a trovare un fortissimo seguito in un pubblico vastissimo.

Arriverà nel 1985 la legge 163, più nota come “legge Lagorio”, che grazie al Fus destinerà fondi al circo e alle sue iniziative promozionali ed educative. Tre anni dopo, nel quartiere invernale dell’American Circus della famiglia di Ferdinando Togni, viene inaugurata quella che la stampa definisce “l’Università del circo”. E’ il 28 maggio quando i primi dieci allievi entrano nella sede provvisoria alla presenza di tante personalità locali e nazionali. Insieme al fondatore, Egidio Palmiri, ci sono il presidente dell’Agis, Franco Bruno, l’allora assessore del Comune di Verona, Roberto Uboldi, il presidente dell’Union Parchi, Cesare Pelucchi, i rappresentanti dell’ANESV, ovviamente molti volti noti del circo italiano, a partire da Ferdinando Togni, e poi Casartelli, Orfei, Zavatta, ma arrivano anche i calorosi messaggi del ministro dello Spettacolo, Franco Carraro, del sindaco di Verona Sboarina e di tanti altri. “Con questa Accademia viene offerto un futuro ad un’arte a misura e in funzione dell’uomo”, scandisce Franco Bruno durante la cerimonia.

I mezzi sono essenziali ma l’entusiasmo e la determinazione alle stelle. L’Accademia rimarrà a Verona per due anni, trasferendosi poi nel 1990 sulla Riviera Romagnola, a Cesenatico. Un altro taglio del nastro, il 9 aprile 1991, ma questa volta ad opera di un ministro, Carlo Tognoli, a capo del Dicastero del turismo e dello spettacolo. Qui, all’interno di una delle tante colonie estive che sorgono vicino al mare, la “scuola del circo” assume anche esteticamente l’impronta del College: ampi spazi (5600 mq di superficie complessiva), immersa nel verde, gli allievi dimorano in comode camere, studiano in aule attrezzate, condividono i momenti di svago in ambienti confortevoli, hanno a disposizione biblioteca e sala tv. Durante la permanenza a Cesenatico l’Accademia “sforna” diplomati di altissimo livello, si fa notare nei Festival internazionali di circo, da quello in assoluto più prestigioso voluto dal principe Ranieri III alla Premiere Rampe, da Wu Quiao al Cirque de Demain, solo per citare i più noti. Si insegnano ginnastica artistica (o pre-acrobatica), danza classica e moderna, contorsionismo, acrobatica a terra, trapezio (singolo, Washington, volante), verticalismo, antipodismo, equilibrismo, giocoleria e giochi icariani.

Il modello convittuale funziona e dà ottimi risultati, immettendo nel circo italiano decine di giovani promesse in grado di tenere molto alto il livello qualitativo. Merito di chi la scuola la guida, cioè del suo presidente Egidio Palmiri, affiancato dalla moglie Leda Bogino, ma anche frutto della caratura dei “prof del circo”, fra i quali Aguanito Merzari, Fatima Zora, Eugenio Larible, Enzo Cardona, Lucio Nicolodi, Ronny Jarz ed altri, diversi dei quali provenienti dall’ex Unione Sovietica.

Il 22 gennaio 1990 l’Accademia sale al Quirinale e viene ricevuta dal presidente della Repubblica Francesco Cossiga. L’occasione è la consegna del premio Italo Gemini e la motivazione è la seguente: “Alla prima scuola del circo in Italia, di recente costituzione, per assecondare, con la formazione dei quadri artistici e organizzativi, la continuità ed il rinnovamento della prestigiosa tradizione circense italiana.

In occasione del saggio di fine anno accademico 1998-99, allo spettacolo e poi alla consegna dei diplomi, intervengono Dario Fo e Franca Rame che si congratulano con gli allievi, gli istruttori e il presidente Palmiri.

Nel 2003 l’Accademia torna nella città scaligera per dotarsi finalmente di una sede stabile ed inserirsi in una realtà che ha tutte le potenzialità per permettere di ampliare l’utenza della “scuola del circo”. Ed è proprio ciò che avviene. Oltre agli allievi interni, che risiedono a convitto, decine e decine di giovani esterni (in età di scuola elementare, media e superiore, ma non mancano gli adulti) desiderosi di fare esperienza dell’arte circense, cominciano a frequentare l’Accademia.

E’ il settembre del 2004 quando l’avventura riparte, seppure in una sede provvisoria, quella di via Francia. L’amministrazione comunale si dimostra subito molto interessata e l’accoglienza della città è massima.

A dirigere l’Accademia Palmiri sceglie Andrea Togni, un uomo che il circo l’ha vissuto a 360 gradi, come direttore, regista e artista, sempre ad altissimi livelli.

Vengono aperte le porte ai ragazzi Veronesi e parecchi ragazzi del mondo “fermo” si uniscono ai corsi a convitto.

L’Accademia non è più un istituto esclusivo per i ragazzi circensi, ma un centro di formazione aperto a chiunque voglia intraprendere l’arte circense. Un punto di ferimento della formazione circense per tutta l’Europa. Nel 2012 viene inaugurata la nuova sede di Via Tirso 3 a Verona e oltre alla formazione l’Accademia propone degli spettacoli educativi presentati dai giovani allievi.

E’ un successo in tutti i campi!!!

il 4 marzo 2019 con il nuovo statuto, nasce la fondazione riconosciuta senza scopo di lucro  Accademia D’Arte Circense. Il Sig. Palmiri lascia la presidenza al suo instancabile Direttore Andrea Togni, mantenendo la carica di presidente onorario.

il 21 gennaio 2020 viene a mancare il sig. Palmiri e poco dopo arriva il Covid 19. Un duro colpo per l’Accademia. Il 31 marzo 2022 è costretta a chiudere l’attività.